Writers at work

La nuova stagione "accademica" iniziata ad ottobre continua il suo percorso attraverso i linguaggi e le sperimentazioni artistiche di grandi personaggi della storia dell'arte.

Dopo le spirali colorate di Sol Lewitt e le "forchette" di Capogrossi l'appuntamento più atteso era con i graffiti di Keith Haring, pittore e writer statunitense che negli anni ottanta emerge dalla scena artistica newyorkese rappresentando con i suoi lavori la cultura di strada metropolitana. Non c'è stato bisogno di troppe parole, sono bastate le immagini di Haring al lavoro e dei suoi soggetti abituali a creare la magia. Sulle note e i ritmi incalzanti del rap le immagini sono apparse come d'incanto sulla superficie bianca. I pennelli intinti dapprima nella tempera nera traducono direttamente le figure che compaiono nella mente, un flusso continuo senza ragione apparente. Come diceva Keith: "la più grande ragione del dipingere è che non c'è ragione di dipingere".

Piccola Accademia del Parco. Sandra Rettori. Laboratorio WRITERS.png