Alla conquista dello spazio

Negli anni sessanta i primi buchi e poi i tagli sulla tela di Lucio Fontana furono inizialmente considerati un espressione di rottura irriverente e provocatoria nei confronti della tradizione artistica italiana. In realtà l'operazione di Fontana rivelò ben presto non solo la sua matrice rivoluzionaria ma anche l'esigenza di continuità con il linguaggio dell'arte contemporanea in un momento storico di forte innovazione. Un taglio chirurgico, un fendente deciso in punta di cutter traghetta l'artista oltre la superficie, che resta quella tradizionale della tela, per definire un nuovo concetto di spazio, lo spazio vuoto che diventa concreto, fisico, concettuale, che attraversa la tela e diventa l'opera stessa.

La ricerca di Fontana ci ha fornito lo spunto per giocare con la luce, le forme e i colori e realizzare i nostri "teatrini di luce". Abbiamo ritagliato e assemblato il cartoncino nero e quello colorato e poi con la luce abbiamo illuminato le nostre opere e... si è accesa la magia!

"Io buco... passa l'infinito di li, passa la luce, non c'è bisogno di dipingere". (Lucio Fontana)

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