L'importanza della linea

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La potenza espressiva della linea riesce sempre a sorprendermi e a entusiasmarmi. Un gesto semplice che traccia contorni, diventa forma, imprime movimento, forza e direzione. Per Klee era portare a spasso un punto, Kandinsky ne ha fatto un fondamento della sua pittura associandola a emozioni e stati d’animo, Picasso ne esalta la sintesi espressiva, Calder la fa diventare tridimensionale disegnando con il filo di ferro. L’elenco è lungo e parte da lontano.

Spesso propongo nel mio laboratorio esercizi per allenare un segno libero da condizionamenti e stereotipi, con un pennarello o un pastello mi piace disegnare o semplicemente scarabocchiare, su cartoni di scatoloni, su carta da pacco o su carta paglia (quella che in cucina si usa per le fritture). Hanno quel bel colore havana o giallastro e sono un bel supporto per molte sperimentazioni.

In questo tipo di attività uso di solito il nero, a volte il bianco. Preferisco non farmi distrarre dai colori e concentrarmi solo sulla linea, può essere morbida e sinuosa o geometrica e spigolosa, l’importante e non staccare mai il pastello dal foglio. Una lunga linea continua che si muove, si incrocia, cambia direzione, si raggomitola su se stessa e in questo modo crea volumi e campiture, spazi aperti o chiusi, descrive figure o forme astratte. E’ un esercizio che oltre a sciogliere la mano lascia molto spazio all’immaginazione e al libero fluire dei pensieri.

Non bisogna avere fretta o aspettative sul risultato finale, preparatevi a cestinare molta carta.
All’inizio sarà una linea incerta che ancora non sa dove andrà a parare ma presto diventerà molto più consapevole del suo cammino, Acquisterà forza e determinazione anche nella sua espressione più delicata. Diventerà la vostra linea, sincera, unica e irripetibile.